Attentati e attentatori del pene umano;Le Balanosi “fai da te”

Le Balanosi “fai da te” ovvero come procurarsi lesioni al pene e complicarle in assoluta buona fede.

Il termine Balanosi viene dalla trasposizione, al maschile, di Vaginosi ovvero di situazioni al limite inferiore della patologia che affliggono la vagina senza ancora essere degne della dizione di Vaginite.

Premessa introduttiva

Igiene è un termine di origine greca che significa “sano”. Scorrendo la storia della salute umana degli ultimi 70 anni è indubbio che molti vantaggi ( leggi minor incidenza di malattie) sono derivati dalla diffusione dell’abitudine di lavarsi che, per la verità, era nota almeno dal tempo degli Antichi Romani ma poi si era persa nei secoli bui che erano seguiti. I Romani avevano l’acqua calda ma non conoscevano il sapone per cui usavano grattare via lo sporco con uno strumento apposito e poi erano soliti darsi una oliata più o meno profumata. Poco si sa su chi ha inventato il sapone ma sta di fatto che la semplicissima formula: cenere, grassi animali e/o vegetali, calore dà luogo ad una reazione di saponificazione per cui si crea una cosa che si scioglie in acqua ed è in grado di sciogliere l’unto e lo sporco che si accumula sulla pelle e sugli abiti consentendo quella minima misura igienica che rende meno insopportabile la presenza di altri a tiro di sistema olfattivo.

Dopo la seconda guerra mondiale la richiesta di sapone superò le capacità di fabbricazione per l’insufficiente quantità prodotta di grassi a ciò dedicabili. Gli Americani fiutarono l’affare e inventarono i tensioattivi ovvero sostanze in grado di fare lo stesso lavoro del sapone , ovviamente molto più potenti e decisamente più inquinanti. Sulle vasche da bagno comparve la schiuma e colla diffusione della doccia il Bagnoschiuma. La vecchia brocca dell’acqua e il vetusto ciotolone, con cui erano abituati da secoli a lavarsi pezzo-pezzo i nostri progenitori, andarono velocemente in pensione insieme al sapone di Marsiglia che nella versione attuale ha mantenuto solo il nome.

La potenza detergente dei tensioattivi è molta di più del vecchio sapone, costano infinitamente meno in materia prima ( petrolio), e , scaricati normalmente nell’ambiente, stanno facendo danni a dismisura in funzione di una attività xeno estrogenica di cui poco si parla ma che farà crescere le tette anche ai maschietti prima di quanto si pensi.

Un altro fenomeno, oramai storico, è stata la ricerca di sostanze che diminuissero ulteriormente la capacità di formazione di odori sgradevoli in alcune zone che, per loro stessa natura, tendono a concentrare la produzione di olezzo ed in pratica sono a base di disinfettanti in grado di bloccare la fermentazione batterica responsabile della trasformazione del sudore in puzza. Un capitolo ci vorrebbe solo per i profumi ma soprassediamo volentieri.

Tutte queste sostanze, associate a quelle di natura più o meno simile e comunque irritanti rilasciate anche , per esempio, dai tessuti colorati delle mutande, sono in gran parte responsabili del fenomenale aumento delle irritazioni dei genitali maschili e femminili cui stiamo assistendo da almeno un decennio a questa parte.

Siamo ai danni da troppo Igiene? No, l’igiene di per sé stesso è sacrosanto, il problema , come si è visto, nasce dalla scarsa conoscenza della potenza dei detergenti e dal fatto che la sorveglianza legislativa in questo ambito è minima.

Gli antibiotici

Gli antibiotici hanno il merito di aver praticamente debellato una montagna di malattie infettive, quelle trasmesse da batteri. La corsa alla ricerca di antivirali ( i virus e i batteri sono entrambi veicoli, spesso, di malattie) è ancora in corso e lungi dal finire.

La potenza dell’antibiotico è tale per cui la malattia infettiva , se colta sul nascere, viene stroncata prima che si manifestino le complicazioni che porterebbero a morte. Raro è diventato vedere, per esempio, una polmonite soprattutto perché al primo mal di gola, che non è un segno di polmonite, il paziente reagisce, in accordo o meno col medico, ingoiando antibiotici sufficienti ad una popolazione del terzo mondo per un po’. Il mal di gola se ne va e tutti contenti. Questo atteggiamento ha portato ad un luogo comune sbagliato che , grosso modo, recita: io sono sano se non ho addosso batteri o virus. E’ sbagliato di fondo poiché i batteri non si vedono e, insieme ai funghi e ai virus, ce li abbiamo sempre appresso e ci viviamo insieme. Quando , per qualche motivo, i germi ( nome che accomuna batteri, virus e funghi) che sono in equilibrio con noi ( è una sorta di tregua armata) aumentano e trovano insufficienti le difese immunitarie naturali ecco che si stabilisce la malattia. Molte di queste malattie infettive non sono mortali ma quando la pelle è nostra non stiamo certo a verificare se è vero.

A livello di pene ( e vagina, ma questa la lasciamo ai ginecologi) la cura del mal di gola fa un curioso effetto: gli antibiotici non sono capaci di distinguere i germi per cui ammazzano tutti quelli che incontrano che siano sensibili a tale farmaco non solo in gola ma dappertutto. Quelli resistenti , appunto, resistono e quelli immuni perché magari sono semplici funghi , anche. Batteri e funghi che abitano i genitali sono in equilibrio tra loro perché, mangiando allo stesso piatto, la pappa è insufficiente a farli espandere tanto da far danni. Se però, per il mal di gola cui sopra ammazziamo tutti i batteri, ecco che raddoppiamo la pappa per i funghi i quali aumentano in quantità e , per questo, estrinsecano la loro capacità di far ammalare la parte. La cosa va sotto il nome di Dismicrobismo jatrogeno.

Le sostanze chimiche

Viviamo in un ambiente inquinato, non è un luogo comune, è un dato di fatto. L’inquinamento è dato dalla presenza nell’ambiente di un notevole numero di sostanze gettate dall’uomo senza essersi chiesto prima se quanto stava facendo si sarebbe prima o poi ritorto contro di lui e sui suoi figli. Un esempio è il DDT che, nel dopoguerra, è stato usato per contenere le aggressioni dei parassiti sulle coltivazioni. Dopo una ventina d’anni è stato vietato perché ci si è accorti che accoppava i parassiti e qualche essere umano. A tutt’oggi lo troviamo nell’acqua dei pozzi e continuiamo a sorbircelo.

L’elenco delle sostanze che possono dare irritazione alla pelle e le mucose è lunghissimo, non le conosciamo nemmeno tutte. Quelle che sono meglio conosciute e , spesso, ricercate in caso di allergie genitali sono circa quaranta tra cui spiccano tensioattivi e altre ad azione xeno estrogenica nonché i componenti dei profilattici.

Il meccanismo può essere l’aggressione chimica diretta e un altro che è quello allergico, fenomeno per cui la reazione dell’organismo, in termini di aggressione dell’indesiderato ospite, quanto meno esagera facendo più danni a sé stesso che all’agente nocivo.

Il glande, il prepuzio, il frenulo e “il fai da te”.

Sono le tre parti che costituiscono l’anatomia del pene nel suo insieme e sono anche quelle che hanno due caratteristiche.

La prima è che, per la natura stessa dell’uomo nonché per le attività cui sono preposte, le parti vengono giornalmente traumatizzate. Dispongono di notevole resistenza e di meccanismi autoriparativi piuttosto efficaci.

La seconda è che sono oggetto di un gran “ fai da te “ sia per il mero utilizzo che per le sperimentazioni terapeutiche col risultato che una minima alterazione dei tessuti viene immancabilmente complicata dall’incongruità dell’intervento rendendo poi difficile o impossibile una diagnosi medica, che ancora è il sistema più efficace per curare una malattia.

Un’altra considerazione non secondaria da fare è: se il creatore ( o, se preferite, il Padreterno ) ha previsto l’esistenza del frenulo e del prepuzio, come mai l’uomo si ostina a tagliuzzare la parte in questione con motivazioni igieniche, religiose, magiche e compagnia cantando? Lascio la risposta ai filosofi teoretici poiché se rispondo io sarei caustico.

Quanto alla circoncisione, proposta spesso anche dai medici come la soluzione finale dopo la quale tutto va bene, viene omesso il fatto che le ipotesi sulla sensibilità del poi sono sia di diminuzione che di feroce aumento e che la mancanza del frenulo ( in etimo frenum-piccolo freno del prepuzio ) spesso causa più problemi di quanti ne risolve senza contare le cicatrici esuberanti e i frequenti reinterventi necessari.

Concediamoci quindi un certo atteggiamento conservatore e vediamo come mantenere la parte in buon ordine.

Se ci “scordiamo” di lavarlo , tra prepuzio e glande, si forma una pappetta bianca detta smegma che, per la fermentazione ad opera dei batteri presenti, diventa velocemente maleodorante ed ha azione irritativa.

L’irritazione provoca anche l’arrossamento della parte e induce , o dovrebbe indurre a lavarsi. L’azione di detersione, anche con la sola acqua tiepida, se regolare, risolve il problema nella maggior parte dei casi ed evita l’arrossamento. Non evita però che la parte mantenga, anche se in misura minore, un certo odore variamente interpretabile.

La reazione fai date è: allora uso il sapone. Il risultato, spesso, è che la parte è più pulita ma sviluppa un odore di pesce che è ancora più fastidioso di quello di cui parlavamo prima. Questo accade per la presenza contemporanea di amine che sono sviluppate dai batteri normalmente presenti in loco e dalla potassa che sta nel sapone. E’ anche un test che viene usato per fare diagnosi di presenza di Gardnerella vaginalis da quelli che pensano che solo tale germe con la potassa fa l’odore di pescino ma, in realtà non è solo questo. Si rimanda ai testi di microbiologia per ulteriori spiegazioni.

Altra reazione fai da te è il bagnoschiuma o il doccia schiuma che, a differenza del sapone , hanno molta meno potassa e l’odore cala. Risolto il problema? Neanche per sogno in quanto l’azione potentissima dei tensioattivi letteralmente scartavetra la parte che finisce per arrossarsi ancora di più. Il film idrolipidico che la natura provvede a far fare alle mucose locali e che serve a proteggerle viene sciolto e lavato via consentendo a tutte le sostanze irritanti di fare liberamente il loro lavoro.

Altro passaggio del fai da te è andare in farmacia.

Alle richieste del paziente il farmacista reagisce con circa due o tre automatismi, d’altronde vende farmaci. Uno tipico è l’associazione cortisone antibiotico mentre se è più prudente propone l’ossido di zinco. A volte reagisce con oli alla vitamine, di solito la E. Mentre quest’ultimo è tutt’altro che sbagliato, il secondo non fa niente , il primo è deleterio e provoca un dismicrobismo jatrogeno favorendo la crescita di funghi, la famigerata Candida. All’inizio il cortisone fa il suo mestiere, ovvero l’antiinfiammatorio, e l’arrossamento cala. Contemporaneamente deprime le difese locali e intanto l’antibiotico semina morte su tutti i batteri salvando però i funghi che trovano modo di replicarsi velocemente. Il glande e il prepuzio cominciano a presentare delle piccole macchiette rosse che poi confluiscono riarrossando la parte con prurito, nuova pappetta bianca diversa dallo smegma e odore ancora diverso. Stavolta il fai date è comporre il numero del medico e prenotare la visita. Continuare col cortisone può provocare un arrossamento stabile della parte a volte perdurante per mesi.

Il sesso.

Dicevamo che le parti sono spesso in grado di autoripararsi ed è vero. Tuttavia alcune pratiche sessuali peraltro innocenti sono in grado di provocare degli arrossamenti.

Il fai da te della sessualità è una delle attività maschili che non passerà mai di moda e non fa diventare ciechi come si diceva in passato, al massimo fa venire le occhiaie.

Come in tutte le cose l’esagerare nello strapazzare le parti le fa arrossare ma esperienza di molti vuole che tali arrossamenti spariscano da soli semplicemente lasciando in pace il pene. A volte, però, ciò non accade per vari fattori tra cui spicca la mancanza di lubrificazione della vagina. Alcune donne ci mettono un po’ di tempo ad avere la reazione attesa dalla stimolazione sessuale ma molti uomini non hanno la pazienza di attendere quel tanto che basta e introducono prima del tempo. Il prepuzio protesta, il frenulo urla il suo disappunto segnalando “trazione esagerata” con staffilate dolorose perfettamente ignorate che in qualche caso si traducono in una frattura dello stesso con conseguente emorragia da taluni, troppo disinformati, interpretata come perdita della verginità maschile.

Vengono ignorate anche le proteste della signora in questione. Il glande subisce una grattatina e alla fine del rapporto si ritrova sul violaceo. La mattina dopo il tutto è edematoso e la botta finale gliela diamo col sapone intimo della signora che ha un pH assolutamente inadatto e detergenti studiati apposta per qualcosa di molto diverso dal pene.

Si sorvola anche sui rapporti “non-vaginali” che in termini di rischio di balanosi non scherzano aggiungendo batteri e materiali organici di rifiuto tali da attentare alla già scarsa resistenza delle mucose provate da un igiene sconsiderato.

La prossima volta uso il preservativo

! ( altra reazione fai da te) : sacrosanto, per difendersi dalle malattie sessualmente trasmesse (MST), a patto di metterlo prima del rapporto e non, come quasi sempre accade, a metà dell’opera.

Mettere un preservativo su un glande arrossato significa esporre le mucose senza difese ad una serie di sostanze che vanno dal lattice al lubrificante allo spermicida e che possono scatenare una reazione allergica da sole, figuratevi insieme.

Altre cose che scatenano reazioni irritative e/o allergiche delle tre parti di cui sopra sono deodoranti , profumi, e disinfettanti. Una della reazioni fai da te che più sono deleterie è la convinzione che ci si possa difendere dall’AIDS e da varie altre MST semplicemente disinfettando la parte col primo disinfettante che capita il che, nell’esperienza di chi scrive, va dalla grappa al gasolio passando per l’acqua ossigenata ( che diluita non andrebbe nemmeno male) a 80 volumi ed i sali quaternari dell’ammonio senza contare il detersivo per stoviglie.

La conclusione di questo escursus è che anche il maschietto ha bisogno di una igiene ragionata e di evitare il fai da te. La manutenzione del nostro amico sta diventando sempre più difficile e sempre più c’è bisogno di informazione medica chiara e comprensibile.




LA LETTURA DELLO SPERMIOGRAMMA, WHO, CONSIDERAZIONI

Nuovi valori di riferimento per lo spermiogramma










Volume ml >1.5

Totale numero spermatozoi milioni >39

concentrazione Milioni/ml >15

Motilità totale % >40

Motilità Progressiva % >32

Vitalità % >58

Morfologia % >4

pH ≥7.2

Leucociti Milioni/ml <1.0

MAR test % p. adese <50













Gennaio 2010 : esce in pre – edizione, la quinta, il Manuale W.H.O.: the
“Examination and processing of human semen”

ovvero il manuale che dovrebbe essere usato da tutti coloro che eseguono analisi dello Sperma Umano.

Nella realtà delle cose sia questo che le quattro edizioni precedenti sono state utilizzate solo da centri Specialistici un po’ più attenti alla necessità di uniformare il formato e i riferimenti delle analisi in ordine alla loro comprensione e per rispetto di quanti, una volta effettuata l’analisi, si trovano nella spiacevole situazione di non riuscire a comprenderla.

Alcune considerazioni sono basilari :

1. i valori sono stati ricavati da soggetti che avevano appena ottenuto l’inizio di una gravidanza.

2. la gravidanza si ottiene in una femmina per cui la fertilità è un fenomeno che interessa la coppia e non il singolo.

3. prendere i valori di un esame dello sperma, che sia ben eseguito o no, e pretendere di essere predittivi nei confronti della capacità fecondante del singolo maschio è un errore metodologico.

4. anche se i valori sono al di sopra del range minimo di riferimento ciò non garantisce la gravidanza ( che è un fatto di coppia).

5. valori al di sotto dei range possono dar luogo alla gravidanza.

6. Un solo spermatozoo mobile in un liquido seminale può dare luogo ad una gravidanza.

7. la presenza di spermatozoi mobili in numero adeguato aumenta in proporzione la probabilità del verificarsi dell’evento.

8. la produzione e la qualità degli spermatozoi fluttua ampiamente sia nel soggetto sano fertile ( fertile: con figlio in braccio) che in quello ipofertile ( che desidera un figlio in braccio).

9. Occorrono almeno due o tre esami per definire la situazione media della produzione e della qualità degli spermatozoi.

10. Uno spermiogramma alterato indica allo specialista le probabili cause che dovrebbero essere cercate e, possibilmente, rimosse.

Orientarsi all’interno di una analisi seminale non è cosa che riesce facile anche agli addetti ai lavori. In generale alcune considerazioni cliniche:

1. La prescrizione dello spermiogramma dovrebbe essere accompagnata dalle istruzioni relative alla modalità di raccolta, trasporto ed indicazione di uno o più laboratori che usano il manuale WHO.

2. La lettura dello spermiogramma non dovrebbe essere seguita da considerazioni troppo negative o troppo positive.

3. Non si danno terapie senza aver fatto una diagnosi.

4. La diagnosi è possibile solo se il paziente è stato visitato e sono state fatte le indagini opportune che spesso sono analisi del sangue, ecografia e/o Ecocolordoppler, meno spesso le indagini genetiche.

5. Le terapie aspecifiche sono giustificate solo in caso di impossibilità di una diagnosi.

6. Le terapie ormonali sono giustificate solo in caso di vera carenza ormonale.

7. I controlli in terapia vanno fatti ogni due mesi attraverso la riesecuzione di un esame nello stesso laboratorio possibilmente con lo stesso operatore.

8. La valutazione dei risultati deve essere fatta dal clinico specialista, non dal Laboratorio.

9. La valutazione e la correzione di abitudini o stili di vita incongrui ha importanza quanto la terapia.

10. Un varicocele presente non è automaticamente una cosa da correggere chirurgicamente ma in molti casi ne possono essere corretti i danni con farmaci.




LA CICLICITA’ DELLE “BUFALE” IN ANDROLOGIA

La storia delle “bufale” in andrologia e sessuologia è antica, lunga, articolata e , soprattutto, ciclica. In pratica tende a ripetersi con periodicità più o meno lunga, un po’ come succede nelle prostatiti croniche che una volta acquisite si può stare tranquilli che ogni tanto si ripresenteranno.

Tutto si basa su un antico assunto per cui il Creatore ha dotato l’uomo di due organi eccezionali, il cervello e il pene, ma non lo ha anche dotato di sangue sufficiente a farli funzionare in contemporanea. Il pene dimostra di possedere un funzionamento anarcoide per cui, alle sollecitazioni, risponde solo in funzione della assenza di disturbi ovvero di situazioni, eventi, comunicazione e quant’altro di fisico o emozionale in grado di attentare al suo perfetto, idraulico, di-mostrarsi. E’ naturale , quindi, che il “bisogno” da soddisfare sia il miglior rigore nella necessità. Stabilito questo, il “mercato” reagisce secondo le sempiterne leggi del marketing ed offre un “rimedio” che viene venduto cantandone le lodi salvo la quasi puntuale verifica dell’inefficienza. In assenza della certezza della pena, se si applicasse il taglio della mano a chi commercializza bufale ce ne accorgeremmo, e dato che il “farla franca” è la regolare conseguenza dalla vergogna di essere raggirati, il fenomeno ciclicamente viene riproposto. Nel medio evo era famoso un intruglio afrodisiaco a base di un coleottero essiccato dalle proprietà vescicanti per contatto che fece più morti di un epidemia di colera facendo patire le pene dell’ inferno ai malcapitati utilizzatori ma non risultano mercanti per questo motivo impiccati o, quanto meno, messi alla gogna. Negli anni ottanta venne pubblicizzata e vennero venduti, a caro prezzo, mediante annunci sui quotidiani, vagoni di pomata per stimolare l’erezione: era a base di peperoncino. Nel recente passato ne è stata riproposta una evoluzione “scientifica” .
Ma come si fa a confezionare, per dirla alla napoletana, un “pacco” scientifico? Non è semplice ma nemmeno impossibile. Si parte dal presupposto che, nel tempo, nulla è cambiato tranne la velocità di propagazione in totale libertà delle notizie e del prepensionamento dei ministeri cultura e propaganda.

La sequenza parte dalla proprietà transitiva delle notizie: facciamo un esempio.

L’acido citrico è una sostanza presente nello sperma quindi appartiene al sistema riproduttivo cui appartiene anche il pene che, per funzionare, deve avere un endotelio( rivestimento interno dei corpi cavernosi con attività metabolica) in grado di autorigenerarsi per mantenere la propria integrità e funzionalità. L’acido citrico è un parente stretto della vitamina C che ha azione antiossidante e fa funzionare meglio l’endotelio dei corpi cavernosi. Il limone contiene acido citrico per cui la limonata migliora l’erezione. Il meccanismo è basato sul fatto che l’endotelio produce azoto mediatore della vasodilatazione alla base del fenomeno erettivo.
Il Dr Ciccirinella della Università di Pollanatrocchia manda una “letter to editor” ad un prestigioso giornale scientifico che la pubblica per poterlo sbranare in quanto fesseria galattica. L’ex compagno di cella di Ciccirinella, che è momentaneamente fuori per scadenza della custodia cautelare, ha intanto preparato la pomata al limone in confezione similfarmaceutica “ Limondur forte plus” e il sito web relativo da cui fa il lancio del prodotto così congegnato: La Lemon Pharma spa sta per immettere sul mercato un innovativo prodotto antiocamorta che manderà in pensione tutto quello che è in farmacia. La nuova sostanza, basata su un derivato dell’acido citrico finora usato solo come conservante nei barattoli di maionese, in base ad uno studio pubblicato sul “Bangladesh journal of hypothetic sexology” è risultata efficace su 300 volontari. L’innovativa molecola scoperta dall’equipe dell’ Urofallic Research Centre diretta dal Prof. Ciccirinell alla Pollanatrok University, è in grado di far erigere il membro per 70 secondi. L’ultima frase, dopo la virgola, è scritta in corpo 4 in cirillico.

Qui scatta , immediata, la transitività mediatica per fame di novità : la notizia viene ripresa da tutti i maggiori portali e, come conseguenza, la digitazione sui motori di ricerca che portano al sito www.lemonhdur.com dove il compare di Ciccirinella vende on line la pomata al limone a carissimo prezzo più spese postali maggiorate, accumulando denaro in conti offshore.

Un paio di avvocati provvedono, minacciando querele, a far tacere chiunque provi a sottolineare la fesseria, magari su un blog, mentre Ciccirinella e Compare posteggiano la Cayenne gialla davanti a Zì Teresa e vanno a pranzo con un paio di sciantose.

Fantasie? No, realtà. Tutto questo è già accaduto e continuerà ad accadere.

Negli anni appena successivi all’inizio di questo secolo, insomma sette o otto anni fa, un paio di case farmaceutiche realmente esistenti misero in campo centinaia di informatori poiché producevano una pasticca che avrebbe avuto la stessa capacità del Viagra. La sostanza, in origine ( fine ottocento) era stata brevettata per indurre il vomito nei vitelli. Un bel giorno qualcuno disse che faceva bene all’erezione e cominciarono seri studi scientifici in cui si dimostrava , senza ombra di dubbio, che la molecola in questione era efficace più dei placebo di controllo e almeno quanto quella della concorrenza. Furono organizzati convegni, corsi e congressi per istruire i medici alla novità. All’inizio le vendite fecero furore salvo arrestarsi dopo tre mesi sullo zero assoluto in quanto il paziente reale tornava dal medico che l’aveva prescritta, “lievemente” insoddisfatto e usciva con la ricetta di roba un po’ più seria negli effetti. Per sette anni non se ne è più sentito parlare fino alla settimana scorsa quando su molti portali è comparsa la notizia per cui la stessa sostanza in spray sarebbe efficace quanto il vecchio Viagra. Ciclico.




il marketing e il volume dello sperma

Il marketing parte dall’analisi dei bisogni ovvero di quel novero di cose che sono abili a soddisfare un desiderio come un bell’abito per apparire più belli. Che poi diventa un mezzo per distinguersi dalla massa per essere ammirati ed, in ultima analisi, per conquistare. Una prova è la passione per la grandezza del pene che , dato oramai e purtroppo per scontato l’assioma comunicativo grande=potente imposto da secoli di educazione fallico-maschilista , è finito per diventare oggetto delle brame di quanti , a torto o a ragione, sono convinti di avercelo piccolo. Dall’analisi di tale bisogno la risposta è stata il lancio sul mercato di interventi chirurgici, di attrezzi meccanici per stirare il malcapitato e di pillole e pomate per ingrandire il pene. A parte l’intervento chirurgico che in mani felici qualche cosa, poco, riesce a fare, il resto cade insieme all’asino quando alla fine si va a misurare i risultati, decimetro alla mano. Il punto è proprio questo: nel momento in cui il risultato è misurabile la truffa viene a galla. Vero è che pochi o nulli sono coloro che, intortati, vanno a lamentarsi alle associazioni dei consumatori per adire a vie legali, magari con una class-action, per cui l’intortatore dorme sonni tranquilli. Eppoi per ognuno che ha il coraggio di denunciare ce ne sono dieci pronti ad assaggiare la torta.

Il massimo, anche se -stiamone certi- verrà superato presto, è stato raggiunto da integratori in grado di aumentare il volume dello sperma apparsi da tempo sugli advice di google appena si digita anche solo qualcosa di assonante come, del resto, il sistema è legalmente impostato per funzionare. Chi non vorrebbe avere litri del prezioso liquido per dimostrare la propria virilità? In molti, pare, da quanto è possibile vedere negli ambulatori di andrologia dove appare solo la punta di un iceberg in cerca di conferme mediche. I testi scientifici dicono che quando il volume supera i due cc è normale e non pone un limite superiore. Il motivo c’è e sta nel fatto che le variabili in grado di intervenire sul volume dello sperma umano sono tantissime e, solo per citarne alcune, vi entrano a pieno titolo: livello del testosterone,volume della prostata e delle vescicole seminali, età, tempo passato dall’ultima eiaculazione, tempo passato dall’inizio della stimolazione erotica, presenza o assenza di fatti infiammatori o infettivi, altre patologie e compagnia cantando. Se anche l’integratore funzionasse tanto non sarebbe misurabile con un minimo di rigore. Il che soddisfa il requisito per cui un prodotto che , sòla o non sòla che sia , soddisfa un bisogno vero o presunto e, per tale motivo, ha un mercato. Complimenti.